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Energia cinetica.

Un carrello di massa m viene lanciato con velocità v contro una spirale di acciaio, vincolata all'estremo opposto. L'esperienza mostra che, nell'urto, il carrello si ferma e la spirale viene compressa. Mediante un dispositivo a cremagliera, è possibile calcolare lo spostamento l subito dall'estremo libero della molla e quindi il relativo lavoro di compressione. Come dobbiamo interpretare il fenomeno, da un punto di vista energetico? La molla, nella compressione, viene ad acquistare un'energia potenziale pari al lavoro compiuto dalla forza esterna. è evidente che la forza esterna è stata applicata dal carrello, il quale ha compiuto il lavoro di compressione. Quindi, il carrello prima dell'urto possedeva energia. D'altre parte, l'unica cosa che è sparita, in concomitanza con il lavoro, è la velocità del carrello. Dobbiamo dunque pensare che il carrello, prima dell'urto, possedeva energia proprio perché si trovava in movimento. Nell'urto, tale energia è andata completamente dissipata per compiere il lavoro di compressione, ed il carrello si è fermato. Possiamo cosi concludere che un corpo in movimento possiede energia, cui si dà il nome di e.c. e può quindi compiere lavoro a spese della sua velocità. Ad ogni diminuzione della sua velocità corrisponde una perdita di energia e l'esecuzione di un lavoro. Viceversa, ogni aumento della velocità determina un aumento della sua energia, a cui deve corrispondere un lavoro da parte di una forza esterna. Per calcolare l'e.c. di un corpo di massa m che si muova con velocità v si applicherà la seguente formula:
Ec = m x

L'e.c. di un corpo rigido ruotante con velocità angolare omega attorno a un asse con momento d'inerzia l è espressa dalla formula:
Ec = 1